La lotta contro Darius

PENNY

La lezione si protrae. Soffoco l'impulso a sbadigliare. Perché sono di nuovo qui? Oh sì, per vivere un'esperienza universitaria completa.

Mi guardo intorno. Sono l'unico lupo mannaro in questa aula. L'unico lupo mannaro in mezzo a un mare di umani.

Un gomito mi colpisce e mi volto a guardare la mia amica umana Lily. Lei si limita a ridacchiare e mi afferra il braccio per avvicinarmi e sussurrarmi all'orecchio: "Guarda quel figo laggiù".

Disegna una freccia sul mio blocco note indicando un ragazzo seduto due file davanti a noi. Riesco a vedere solo la nuca, ma sembra a posto.

Alto, spalle larghe, capelli corti e biondo sporco. Quindi è questo il ragazzo di cui le mie tre amiche umane stavano ridacchiando e bisbigliando.

Quante possibilità ho di trovare ragazze che la pensano come me e che sono pazze per i ragazzi in un college come questo? Enormi. Ho fatto amicizia con Lily, Amanda e Keisha la prima settimana che sono arrivata qui.

"Promettente", annoto sul blocco accanto alla freccia.

"Promettente? Penny, è sexy!" Esclama Amanda in un forte sussurro non appena vede quello che ho scritto. Alcuni studenti si girano a guardarci irritati.

Lily si rivolge agli altri e loro ricominciano a bisbigliare e a ridacchiare. Combatto l'impulso di alzare gli occhi al cielo. Sono proprio come le ragazze del liceo.

Beh, forse è perché sono venute qui subito dopo il liceo. Io ho avuto tre anni per crescere un po', anche se dubito di avere più di diciotto anni mentalmente... O, se devo essere sincera, di comportarmi meglio.

Cerco di copiare gli appunti, i nomi degli autori e i titoli delle letture consigliate scarabocchiati sulla lavagna.

"Ok, signorina promettente", sussurra Lily, voltandosi di nuovo a guardarmi. "Ti sfidiamo ad andare a parlare con il signor figo subito dopo la lezione".

Mi guarda compiaciuta. Oh, non mi tiro indietro di fronte alle sfide. Mai. Lei lo sa.

"Cosa ci guadagno?" Le chiedo.

"Un cappuccino del tuo bar preferito in cambio del suo nome e del suo numero di telefono", risponde Amanda accanto a lei.

"Il tuo intero pranzo, comprese le patatine fritte, sarà pagato se riuscirai a convincerlo a pranzare con noi oggi", aggiunge Keisha.

"Compreso il cappuccino?" Chiedo loro. Al loro cenno di assenso, dico: "Andata!"

Inizio a raccogliere le mie cose. Devo essere veloce a prendere questo "figo" prima che lasci l'aula.

Ormai è quasi un mese che sono qui. Vivo con i licantropi, ma sto cercando di non passare tutto il tempo con loro.

Non che non mi piaccia la loro compagnia, soprattutto quella di Genesis e Serena, ma hanno entrambe trovato i loro compagni. Ogni volta che passo del tempo con loro, mi sento come la quinta incomodo o qualcosa del genere.

Il loro rapporto stretto e affettuoso con i compagni mi ricorda quanto sono sola. Inoltre, Genesis è molto impegnata con l'arte. Lei e Constantine sono sempre nel bel mezzo di una sessione di pittura.

Sessione di pittura. Ah! Come se non sapessimo cosa combinano veramente.

La lezione finisce e il nostro obiettivo si alza. È ora di muovere le chiappe prima che il "bel ragazzo" riesca a scappare.

"Tirate fuori i soldi, puttanelle. Preparatevi a pagarmi il pranzo", mormoro loro con un sorriso e un occhiolino mentre mi alzo e mi dirigo con passo felpato verso il "figo".

La vista dall'ingresso è davvero piacevole. Il "figo" non è affatto brutto per essere un umano. È alto circa un metro e ottanta, ha un bel fisico, occhi grigio scuro e capelli biondo sporco.

Non è neanche lontanamente bello come Darius, dice una vocina assillante nella mia testa che non vuole saperne di tacere.

Scuoto un po' la testa. Sono qui per dimenticare quel licantropo. Dimenticare i tre anni che ho sprecato con un uomo che non mi voleva.

Non importa che non passi giorno senza che io pensi a lui. Non importa che il mio cuore soffra ogni minuto del giorno. Non importa se nel mio cuore c'è un buco grande quanto Darius.

E la rabbia che ne deriva.

Stupida Penny. Stupida, stupida Penny. Ora, concentrati!

Faccio un sorrisetto civettuolo al "figo" davanti a me.